Cresce l’allarme sul latte infetto: dagli USA si paventa la contaminazione da virus H5N1. Il rischio coinvolge il consumo di latte fresco.
Il latte fresco o crudo può essere pericoloso. In generale, senza pastorizzazione, non è possibile eliminare tutti i batteri nocivi e i vari germi che contribuiscono a contaminare il prodotto. Tra questi batteri pericolosi si citano spesso la salmonella, l’escherichia coli, la listeria e altri contaminanti che causano intossicazioni alimentari. Poche volte si parla di infezioni da parte di virus.
Eppure, proprio poco tempo fa, la direzione generale dell’OMS, ovvero l’organizzazione mondiale della sanità, ha confermato che in molte zone degli Stati Uniti la presenza del virus dell’influenza aviaria H5N1 nel latte fresco prodotto da mucche da allevamento. E ci sono state parecchie segnalazioni con cui gli esperti hanno rilevato la presenza del virus H5N1 nel latte destinato alla grande distribuzione.
Nei mesi scorsi gli USA hanno affrontato un’epidemia senza precedenti di influenza aviaria (virus H5N1) nelle mucche da latte. E veterinari, immunologi e nutrizionisti hanno di conseguenza messo in allarme la popolazione sconsigliando il consumo di latte crudo. Il problema è che in pochi stanno seguendo il consiglio.
La FDA, la Food and Drug Administration, sta perciò collaborando con l’APHIS, l’Animal and Plant Health Inspection Service, e l’USDA, ovvero il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, per indagare a fondo sull’infezione che sta colpendo tantissime mucche da latte e causando una diminuzione della lattazione.
Gli studi finora condotti hanno confermato la presenza di virus dell’influenza aviaria altamente patogeni (HPAI e H5N1) in diverse mandrie di latte in Texas, Kansas, Idaho, Michigan e New Mexico. Il virus HPAI è stati rilevati in campioni clinici non pastorizzati di latte, tamponi e campioni di tessuto raccolti per la diagnosi di bovini malati in diverse fattorie.
Il virus H5N1 nel latte: cosa si rischia
La FDA ha spiegato che al momento non è sensato preoccuparsi: il rischio per la salute umana è minimo e non dovrebbero esserci problemi nei controlli di sicurezza dell’approvvigionamento del latte commerciale. Il prodotto distribuito è infatti sempre pastorizzato. In Europa, poi, le importazioni di latte sono sempre determinate da rigidi controlli.
Solo il latte proveniente da animali sani è autorizzato per la distribuzione nel commercio. E in generale la pastorizzazione è un passaggio obbligato per qualsiasi tipo di latte che entra in commercio. La pastorizzazione riesce a eliminare batteri e virus, e quindi anche il virus dell’influenza aviaria non potrebbe sopravvivere.
Inoltre, in Europa e negli USA gli ispettori bloccano e poi distruggono tutto il latte proveniente da animali malati (mucche con sintomatologia da aviaria). In questo modo si evita che entri nella catena alimentare umana.