Sostenibilità, le linee guida della UEFA e gli obblighi delle Federazioni calcistiche

La sostenibilità delle infrastrutture, l’economia circolare e la responsabilità sociale d’impresa: il futuro del calcio è in gioco nella partita della sostenibilità

La direttiva sulla responsabilità sociale d’impresa è stata un altro argomento di discussione al Social Football Summit di Roma. Un affascinante panel, con Gaia Pretner, Head of Sustainability ECA, e Michele Uva, Social and Environmental Sustainability Director UEFA, il quale ne ha approfondito gli aspetti. La direttiva sulla responsabilità sociale d’impresa sarà applicata a medio e grandi imprese in tutta Europa. Per i club calcistici, l’obbligo di rendicontazione entrerà in vigore nella stagione 2025-2026. Ciò implica coinvolgere immediatamente gli stakeholder, analizzare il contesto operativo, comprendere gli impatti sociali, ambientali ed economici del club, e verificare le relazioni con la comunità locale. Ma vediamo bene i dettagli delle linee guida della UEFA per la sostenibilità.

Tutte le nuove norme da seguire per i club europei emanate dalla UEFA

Per rendere più tangibile, accessibile e agevole ogni iniziativa dei club calcistici in questa direzione, la UEFA ha preso misure intervenendo per modificare o implementare normative. In particolare, ha influenzato i progetti di finanziamento UEFA alle federazioni, rendendo obbligatorio che ogni federazione abbia un responsabile della sostenibilità e una strategia sostenibile. Tutte e 55 le federazioni affiliate alla UEFA hanno già designato un Responsabile della Sostenibilità, e 50 su 55 federazioni hanno sviluppato una strategia di sostenibilità.

È anche cambiato il sistema delle licenze UEFA, che coinvolge i 700 club che annualmente richiedono la licenza. Anche per loro è obbligatorio avere un Responsabile della Sostenibilità e definire una strategia. L’obbligatorietà è stata necessaria, ha spiegato Michele Uva, per evitare rallentamenti significativi nel lavoro da svolgere in termini di obiettivi, poiché mantenere ogni iniziativa su base volontaria avrebbe comportato notevoli ritardi. La Germania, con l’UEFA EURO 2024, rappresenta sicuramente il contesto più adatto per testare e implementare le politiche di sostenibilità promosse dalla UEFA.

Ceferin, presidente UEFA
Foto | EPA/MOHAMMED BADRA – Ecodibasilicata.it

I criteri di licensing della Bundesliga. La Bundesliga, in particolare, ha introdotto ulteriori criteri di licensing per partecipare a livello nazionale. Ci sono 117 criteri sociali ed ambientali che si applicano a tutti i club calcistici tedeschi, indipendentemente dalle dimensioni, creando un sistema complesso e articolato. Gaia Pretner ha sottolineato che, nel contesto tedesco, non solo c’è l’obbligo di fare determinate dichiarazioni, ma sono previsti anche una serie di follow-up. È necessario, quindi, concretizzare quanto dichiarato. Gaia Pretner ha evidenziato che in Italia ci sono tradizionalmente ottimi progetti di coinvolgimento della comunità locale e dei tifosi. Tuttavia, possono emergere problemi quando si tratta dell’aspetto ambientale, specialmente quando un club italiano non possiede uno stadio di proprietà.

Le linee guida della UEFA. La UEFA ha sviluppato due linee guida significative. La prima riguarda le infrastrutture sostenibili, un documento esaustivo con studi di caso condiviso circa un anno fa. Le linee guida sull’economia circolare sono state invece aggiornate la scorsa settimana. Nei prossimi giorni, verrà condivisa una checklist o, meglio ancora, una guida pratica su quali azioni semplici e immediate debba intraprendere ogni società calcistica per integrare la circular economy nei propri eventi, adattando le 4 R che la contraddistinguono all’ambiente calcistico.

Sostenibilità finanziaria. Il concetto di sostenibilità finanziaria, introdotto nel 2009, ha giocato un ruolo cruciale nella drastica riduzione dei debiti dei club. Il sistema di sostenibilità finanziaria, implementato attraverso il processo di monitoraggio dei club, è uno dei progetti finanziari più ambiziosi e riusciti della UEFA. Definendo un quadro che i club accettano di seguire, si basa sulla loro collaborazione per dichiarare una situazione finanziaria completa e trasparente. Attraverso i pilastri di solvibilità, stabilità e controllo dei costi, il sistema mira a migliorare la sostenibilità finanziaria, promuovere un controllo efficace dei costi e proteggere la fattibilità e la sostenibilità del calcio europeo nel lungo periodo. L’obiettivo principale è garantire che i club partecipanti alle competizioni UEFA siano finanziariamente sostenibili e mantengano i costi sotto controllo.

Il Fair Play Finanziario. Il sistema, originariamente chiamato Fair Play Finanziario e implementato nel 2010, ha subito costanti evoluzioni, culminando nell’ultima modifica del 2023. In quell’anno, il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato il nuovo Regolamento sulle licenze per club e la sostenibilità finanziaria, adeguandolo alle sfide attuali del calcio e rafforzando i requisiti per aumentare la sostenibilità finanziaria del calcio europeo per club. Questo regolamento ha introdotto una regola sui costi di squadra, mirando a un miglior controllo degli stipendi dei giocatori e dei costi di trasferimento.

Regolamento di sostenibilità finanziaria. Al momento, la sostenibilità finanziaria delle competizioni UEFA è regolamentata da un documento specifico. Il 28 giugno 2023, il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato la versione più recente del regolamento sulle licenze per club e la sostenibilità finanziaria (Edizione 2023), che è entrato in vigore il primo luglio dello stesso anno, sostituendo il precedente (Edizione 2022). Questo regolamento fornisce il quadro legale per due strumenti: la licenza UEFA per club, confermante che un club soddisfa i criteri minimi per partecipare alle competizioni europee, e il processo di monitoraggio dei club, focalizzato sui requisiti finanziari e condotto dall’Organo di controllo finanziario dei club UEFA. Le nuove regole sono il risultato di una revisione completa, tenendo conto dell’esperienza accumulata, dei cambiamenti nel calcio e degli impatti della pandemia e della globalizzazione sul panorama finanziario dal 2010. Durante la stesura, la UEFA ha coinvolto tutti i portatori di interesse del calcio europeo.

Linee guida per le infrastrutture sostenibili. La Sostenibilità delle Infrastrutture è una delle undici linee guida della Strategia UEFA di Sostenibilità del Calcio per il 2030, denominata “Strength through Unity”. Questa politica mira a elevare gli standard delle infrastrutture calcistiche europee, comprendendo stadi e centri sportivi, stabilendo criteri e diffondendo le migliori pratiche per una nuova generazione di strutture sostenibili. Nel contesto UEFA, la sostenibilità delle infrastrutture coinvolge lo sviluppo di linee guida, la promozione e l’applicazione di criteri sostenibili nella governance UEFA, nonché il trasferimento di conoscenze e buone pratiche sugli stadi. La UEFA sta presentando un documento di lavoro per supportare gli stakeholder in tutta Europa, coinvolgendo Associazioni Nazionali, club, gestori di infrastrutture, autorità locali e architetti, per integrare pratiche ambientali, sociali e di governance (ESG) in ogni fase del ciclo di vita di un’infrastruttura calcistica.

In questo caso bisogna tenere conto di:

– della fase di ideazione e progettazione, che include l’impatto sulla biodiversità e sulle comunità locali

– della fase di costruzione

– della fase di gestione, che include la fase finale di utilizzo di un’infrastruttura.

I criteri ambientali nel contesto delle infrastrutture calcistiche riguardano l’identificazione e la gestione dell’impatto ambientale.

Il calcio, per rafforzare la resilienza delle infrastrutture fisiche a livello europeo, deve impegnarsi a:

– preservare e rigenerare l’ambiente condiviso

– sostenere il benessere sociale e ambientale, adesso e in futuro

– integrare le considerazioni ambientali nelle decisioni

– ridurre l’impatto dello sport sull’ambiente

Le politiche e le procedure per la costruzione e la gestione di uno stadio o di un impianto sportivo devono essere in linea coi principi e le linee guida internazionali sui diritti umani.

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