L’Inps perde in tribunale, potresti ricevere subito 5000 euro: la sentenza è storica

Una sentenza che fa discutere e che rappresenta una interessante opportunità per i contribuenti. Inps potrebbe inaspettatamente pagare.

Una notizia che di certo può far piacere a milioni di contribuenti. Negli ultimi tempi tutto ciò che può riguardare il lavoro, la pensione e di conseguenza l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) attira chiaramente su di se le attenzioni di molti, moltissimi, lavoratori o pensionati. In alcuni casi, poi, le due cose potrebbero addirittura comparire al centro di un comune discorso capace di coinvolgere, anche in questo caso, milioni e milioni di contribuenti italiani.

Sentenza contro INPS
Cumulo reddito consentito: di cosa si tratta Ecodibasilicata.it

In molti casi, poi, a rendere più che mai appassionanti, per cosi dire, specifiche situazioni o potenziali evoluzioni del tutto personali possono contribuire anche le sentenze di quella che si definisce in alcuni ambiti giustizia ordinaria. Piccole o grandi indicazioni che possono in qualche modo cambiare lo stato delle cose per non poche persone. Negli ultimi tempi, casi del genere hanno di certo fatto notizia e cosi come anticipato in precedenza, attirato su di se moltissime attenzioni.

L’Inps perde in tribunale, potresti ricevere subito 5000 euro: la sentenza cambia ogni cosa

La notizia del momento riguarda nello specifico una particolare sentenza emessa dal emessa dal Tribunale di Vicenza. Il tutto nasce da uno specifico problema giuridico che riguarda da vicino il cumulo di reddito tra lavoro e pensione. Secondo quanto stabilito dalla sentenza citata l’INPS non può richiedere la restituzione di un anno di pensione, come spesso accade in presenza di redditi da lavoro ritenuti esigui.

Pensionati con reddito
Stop al divieto di cumulo Ecodibasilicata.it

Secondo le ultime disposizioni in materia di pensione, nello specifico le ben note Quota 100, 102 e 103, il ritiro anticipato dal lavoro implica il divieto di accumulo di reddito fino al compimento dei 67 anni, tranne che per lavoro autonomo con un tetto di non oltre 5mila euro. In caso di violazione si richiede da INPS la restituzione di quanto versato in un anno. Si stabilisce quindi che una entrata esigua non viola il divieto di cumulo e pertanto in questo caso il Tribunale di Padova ha eliminato, per cosi dire, la soglia dei 5mila euro, che oggi sarebbero, di fatto guadagnati in certi casi. 

Una sentenza di certo storica che a questo punto cambia del tutto l’approccio del contribuente alla relativa norma e che ammorbidisce, sicuramente, l’atteggiamento dell’INPS in merito a specifiche situazioni. Una buona notizia, insomma, per numerosissimi cittadini che in questo momento potranno guardare in altro modo la propria specifica condizione economica e lavorativa.

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